Utilizzo e Lettura del Mondo Pulsionale dello Studente
di Alessandro Guidi e Pierluigi Sassetti
L’Atto Pedagogico si propone come un lavoro che mira all’oggetto sapere, mediante l’utilizzo dell’oggetto agalma, che non è uno dei tanti oggetti presi a caso nell’immenso mondo degli oggetti e messo in bella mostra, nella tenera dimensione di apprendimento dello studente. Nella scuola accade proprio questo, ovvero si parla di tutto e di più, e più viene ostentata questa chiacchiera, maggiore è l’illusione di essere o di poter diventare delle autentiche cime. Contrariamente, l’Atto Pedagogico è un percorso che mira al ritrovamento di un oggetto che brilli per la sua spiccata singolarità, proveniente dalla storia personale dello studente. E’ lo studente stesso che viene invitato a parlare qualcosa di personale all’interno dell’Atto Pedagogico, qualcosa che in un primo tempo si può mostrare come confuso, non specifico, probabile e potenziale, ma che, nella sua trattazione, si potrebbe rivelare come prezioso per la vita affettiva dello studente. Un oggetto sapere che appartiene alla storia personale dello studente, riconosciuto a partire dalla domanda che l’insegnante pone: “Che cosa vuoi da me?”, o ancor meglio “In cosa posso esserti d’aiuto?”. Tale operazione può essere schematizzata nel modo seguente:
Ciò significa che il lavoro sulla domanda è quanto mai importante in quanto permette di porre ogni attenzione sul soggetto, in questo caso non un soggetto che chiede un’analisi personale, ma uno studente che richiede una formazione. Significa accettare la verità delle pulsioni, in quanto questo tipo di pedagogia le ritiene non solo indispensabili all’Atto Pedagogico, ma al tempo stesso una fondamentale risorsa mediante la quale entrare a contatto con il sapere.
Nello spazio vuoto che riproponiamo nello schema che sta alla base del senso intimo dell’Atto Pedagogico viene collocato l’oggetto agalma, non un oggetto qualsiasi. L’oggetto agalma ha la caratteristica peculiare di condensare il godimento, godimento che può ritornare al soggetto in forma di sapere; ma per mettere bene a fuoco quale sia l’oggetto in questione nella vita dello studente è indispensabile partire da un lavoro sulla domanda.
Questa via garantisce l’accettazione totale dello studente e, al tempo stesso, di una dimensione che non respinge il sapere inconscio, ma che contrariamente lo accoglie, in quanto viene offerto un luogo ed un ascolto per poterlo sia esprimere che lavorare. Come dire: “Dove vuoi che ti conduca?”, domanda in cui si raccoglie tutto il senso intimo di una vocazione pedagogica che consiste appunto nell’accompagnare qualcuno lungo un tragitto che altro non sarà che un’esperienza di vita in stretta connessione con il sapere desiderato.