“Le tre professioni, se di professioni si tratta, sono dunque Regieren, Erziehen, Analysieren, cioè governare, educare, analizzare. Non si può mancare di osservare come in questi tre termini si sovrapponga ciò che distinguo quest’anno come costituente la radice dei quattro discorsi”.
(Jacques Lacan)
Ogni soggetto umano è portatore di un desiderio, e ciò che sta alla base della professione di un pedagogista psicoanaliticamente orientato è appunto l’ascolto etico di questo desiderio, ossia l’ascolto del desiderio soggettivo quale matrice importante, intimamente naturale, fondamentale per la concretizzazione di una soggettività mediante la quale dare vita ad ogni forma di espressione, qualsiasi forma di espressione, soddisfacente e personale di ogni individuo.
Il Centro Sperimentale Pedagogico, offre a chi lo desidera, un’importante occasione per interrogarsi e mettere chiarezza, al fine che questo desiderio soggettivo, che sta alla base del sapere umano e della sua potenzialità, possa emergere in tutta la sua concretezza. Nel nostro caso, il Centro Sperimentale Pedagogico offre due saperi profondamente creativi al fine di poter arrivare alla materializzazione del desiderio: il sapere musicale e quello linguistico, ovvero un sapere terzo importante per la mediazione pedagogica di matrice psicoanalitica che si realizza tra il counselor e lo studente o allievo.
La pedagogica che il Centro Sperimentale Pedagogico propone non è da considerarsi come un tipico programma di musicoterapia, tanto meno di psicologicizzazione del momento dell’apprendimento. Si tratta contrariamente di un tentativo di incontro con il sapere. di quel desiderio soggettivo che ognuno di noi porta con se senza curarsene troppo.
L’incontro con il sapere musicale, o con quello linguistico, può offrire un’importante possibilità non solo per imparare qualcosa che si desidera, ma anche, e soprattutto, per interrogarsi e interrogare, per conoscere e conoscersi e così trovare soluzioni soddisfacenti per la creazione di un orientamento di vita che sia autenticamente nostro, personale, singolare.
L’invito è quello di provare la via del desiderio mettendolo in gioco mediante il momento creativo così che questa modalità di lavoro, questa tendenza che si spera si conclami nel soggetto, prenda forma in modo soddisfacente, diventi fonte inesauribile della propria creatività, per un sapere da elevare a riferimento simbolico importante, quale fonte indispensabile di riferimento per la risoluzione dei disagi che nel quotidiano, ognuno di noi, incontra. Mettere in gioco il sapere soggettivo, è il punto principale di questa pedagogia che ha come obiettivo la produzione e il conseguente sostenimento della singolarità del desiderio, al fine di togliere di mezzo tutto quanto finisca per costituire un ostacolo tra un soggetto e il suo desiderio.